Card. Giuseppe Garampi
(1725-1792)
Giuseppe Garampi nasce a Rimini nel 1725, secondogenito del conte Lorenzo e di Diamante Belmonti. Intraprende precocemente gli studi, interessandosi particolarmente agli studi storici come allievo di Ianus Planco (Giovanni Bianchi), grazie anche alla frequentazione della Biblioteca Gambalunga dove si era dedicato allo studio degli antichi codici, tanto che a soli 16 anni viene nominato “vicecustode” della biblioteca cittadina. Lascia Rimini per intraprendere la carriera ecclesiastica a Roma, dove viene ordinato sacerdote nel 1749. Il pontefice Benedetto XIV, lo nomina coadiutore con diritto di successione dell’allora Prefetto degli Archivi Vaticani; nel 1751 succede nella carica di Prefetto. A seguire viene nominato Prefetto degli Archivi della Basilica di San Pietro e, canonico e Prefetto degli Archivi di Castel Sant’Angelo. In questi anni scrive le sue principali opere storiche: pubblica un lavoro sulla storia riminese, le Memorie ecclesiastiche appartenenti all’istoria e al culto della b. Chiara da Rimini e i Saggi di osservazione sul valore delle antiche monete pontificie, il suo lavoro si caratterizza per essere già incline alle istanze storico-critiche dell’Illuminismo anche per l’amicizia (sin dalla gioventù) con Ludovico Antonio Muratori. Mantiene costanti rapporti con la sua città natale, in particolare come aggregato alla Confraternita di San Girolamo e alla Biblioteca Gambalunga, a cui resterà legato per tutta la vita e che sempre si preoccuperà di arricchire e qualificare. Dal 1761 al 1764, oltre al lavoro di Archivista della Santa Sede, gli vengono affidate da papa Clemente XIII numerose missioni diplomatiche nel Centro e nel Nord-Europa. Questi viaggi gli permettono di tenersi in contatto con il mondo erudito europeo e di frequentare archivi e biblioteche del Continente, di ricercare ed esaminare documenti, di acquistare codici e cimeli che vanno ad arricchire la sua biblioteca, di proseguire i suoi studi filologici, archivistici, numismatici ed agiografici.
Negli oltre venti anni di prefettura degli archivi della Santa Sede si dedica all’opera di riunificazione degli Archivi Vaticani e al recupero del patrimonio documentario e di redazione di indici e inventari: Schedario Garampi. Nel 1772 Clemente XIV, lo consacra vescovo titolare di Berito, nominandolo contemporaneamente nunzio a Varsavia, quindi promosso nunzio a Vienna e vescovo di Montefiascone e Corneto. Il 14 febbraio 1785, Pio VI lo nomina cardinale, fa quindi ritorno a Roma, dove muore nel 1792 e, viene sepolto nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, di cui era titolare.
Lascia il nucleo più prezioso della sua raccolta, 86 codici e 27 incunaboli alla Biblioteca Gambalunga, oltre agli apografi e alle schede. Le sue carte costituiscono tre distinti fondi dell’Archivio Segreto Vaticano (Collectanea-Miscellanea Garampi; Fondo Garampi; Collezione Garampi).
Lo Schedario Garampi
L’erudito Garampi, in particolare nel periodo della sua carica come Prefetto degli Archivi Vaticani, concepisce il progetto di scrivere «…l’istoria di tutti i vescovadi e chiese del mondo… tutti gli uffici e cariche della Sede Apostolica …». È quindi l’ideatore e il principale esecutore della formazione di un enorme schedario che avrebbe dovuto costituire la base documentaria per la gigantesca opera Orbis christianus illustratus. Garampi e una serie di collaboratori schedarono una ingente mole di documenti confluiti nell’Archivio Vaticano dal XIII sino alla prima metà del XVIII secolo e, parte di documenti all’epoca conservati in altri archivi vaticani. Per il cardinale lo Schedario costituiva un lavoro d’archivio con una finalità di più ampio respiro scientifico e una prospettiva storiografica. Nel 1772, a seguito della nomina a nunzio in Polonia, lascia l’Archivio Vaticano, con la speranza che il lavoro venga continuato dai successori, ma purtroppo si interrompe con: 25 protocolli (i vari indici cronologici e alfabetici in 4°), 4000 “cartolari”, che contenevano le migliaia di schede e infine 12 cassette contenenti il “codice diplomatico” (appendice all’opera definitiva in 22 volumi). Solo dopo il 1881, all’apertura dell’Archivio Segreto Vaticano alla consultazione degli studiosi, la direzione decide il riutilizzo dei “cartolari”, sciogliendoli a formare lo schedario attuale; le schede vengono incollate su grandi fogli poi riuniti e rilegati in grossi volumi.
Oggi lo Schedario Garampi risulta composto da 125 volumi di grandi dimensioni, raggruppati in dieci classi, con proprio titolo e ordinamento per un totale di oltre ottocentomila schede.
Nell’Archivio storico diocesano di Rimini si conserva il manoscritto pergamenaceo Vita della b. Chiara da Rimino, sec. XV (seconda metà), fonte per le Memorie ecclesiastiche appartenenti all’istoria e al culto della beata Chiara di Rimini del card. Garampi, opera a stampa del 1755 conservata nel Fondo antico della Biblioteca diocesana, assieme al volume Memoire de feu de M. Omer Talon, 1723, proveniente dalla biblioteca personale di Giuseppe Garampi.